Il nucleo storico della Città è posto sullo sperone sud-occidentale della Collina torinese, la cui base è lambita dal Po. L'insieme delle case e delle chiese, dominate dalla mole del Castello, si arrampica sui fianchi dell'altura, quasi a specchio sul fiume. Per secoli Moncalieri fu importante centro rurale con funzioni mercantili, proprio grazie alla posizione di controllo dell'attraversamento del fiume e al relativo porto. Per rendere più accessibile il percorso, oltre che per ragioni storiche, l'itinerario prende inizio dalla parta alta della Città, dal Castello Reale (1) per poi scendere al Po.
Con la sua poderosa mole la Residenza Sabauda è un punto di riferimento costantemente visibile dalla pianura e si impone sul centro storico. Dalla Piazza Baden-Baden - dalla quale si accede al Castello -, attraverso la stretta via che serpara la Chiesa di Santa Maria della Scala (3) dal Palazzo Civico (4), si giunge nel cuore della Città, la Piazza Vittorio Emanuele II (2), l'antica piazza Maggiore, sulla quale si affacciano i palazzi che appartennero alle famiglie locali più importanti. Da essa si dipartono, quasi parallele tra loro, le vie che la connettono ancora oggi alla pianure, alla collina e al fiume; da queste, a loro volta, si articolano perpendicolarmente rampe, ripidi viottoli e scale che raggiungono il piano.
Il contesto urbano di Moncalieri si sviluppa dunque secondo un impianto medievale. Si possono percorrere le vie del nucleo più antico della Città apprezzando l'andamento mutevole dei tetti, le eleganti facciate dei palazzi aristocratici, le chiese, i conventi, i cortili nascosti, gli stretti vicoli, i portici e le scalette, scoprendo testimonianze che vanno dal gotico al rinascimentale, dal barocco al liberty.
Dopo avere visitato la Chiesa di San Francesco (5) e aver potuto apprezzare il Real Collegio Carlo Alberto(7) e la Chiesa del Gesù (6), si scende attraverso la Via San Martino (10), arteria principale del nucleo storico, sulla quale si affacciano alcuni tra i più interessanti palazzi della Città, per arrivare al Borgo Navile (11), importante snodo di traffico in corrispondenza dell'antico porto sul Po. Proseguendo per via Bogino si può notare il tracciato delle mura cittadine. Questo itinerario si lega a tutti i successivo (vd).
Castello Reale. Tommaso III di Savoia fece costruire il primo impianto del Castello nel 1227, con le funzioni di vera e propria fortezza. Nella seconda metà del Quattrocento Jolanda di Valois lo fece ingrandire. L'aspetto allora assunto era quello di una dimora ducale: le due torri circolari della facciata principale testimoniano ancora questa fase. All'inizio del Seicento l'architetto Carlo di Castellamonte fu incaricato della prima trasformazione; successivamente, Andrea Costaguta e l'architetto ducale Amedeo di Castellamonte seguirono i lavori di ricostruzione e ampliamento della residenza che, da fortezza, fu trasformata progressivamente in dimora di delizie e in sede di un'elegante vita di corte. Il Castello assunse così una particolare importanza nell'ambito del circuito delle maisons de plaisance regali: fu luogo di soggiorno, di feste, di incontri e avvenimenti politici e dinastici. La configurazione che oggi si può apprezzare è in effetti quella sei-settecentesca.
Dall'inizio del Settecento il Castello costituì, con la Reggia della Venaria Reale, la Villa della Regina e la Palazzina di Caccia di Stupinigi, la "corona di delitie". Intorno alla metà del Settecento, vi lavorò anche Benedetto Alfieri. Nella seconda metà del Settecento, durante il regno di Vittorio Amedeo III, l'architetto messinese Francesco Martinez, nipote e allievo di Filippo Juvarra, intervenne sia sulle strutture del Castello, sia sul grande parco, sia sui giardini. Operarono per gli arredi e le decorazioni grandi artisti. Martinez ridisegnò il parco - luogo centrale della vita di corte, destinato a passeggiate, feste e battute di caccia - e furono realizzati giardini con aiuole, fontane, giochi d'acqua, statue e la "carrozzera" (l'attuale "giardino delle rose"). Gli interventi di abbellimento del Castello influenzarono il gusto locale e contribuirono a nobilitare l'aspetto della Città, dei palazzi gentilizi barocchi e delle ville in collina che i nobili avevano fatto costruire.
L'occupazione francese causò gravi danni anche a Moncalieri. In particolare, il Castello venne utilizzato come ospedale militare, caserma e carcere; in questo periodo furono vendute molte porzioni del parco. Terminata la guerra, Vittorio Emanuele I fece realizzare interventi per riparare i danni e diede avvio a nuove trasformazioni. Quando il trono, dopo Carlo Felice, nel 1831, passò al ramo Savoia-Carignano, Carlo Alberto (1798-1849) fece rinnovare il Castello dall'architetto bolognese Pelagio Palagi e promosse numerose opere pubbliche a Moncalieri. Vittorio Emanuele II (1820-1878) fece modificare il primo piano della Residenza e vi fece realizzare i propri appartamenti. Da qui il Re promulgò il Proclama di Moncalieri (1849), con cui, sciolta la Camera dei Deputati, fece approvare alla Camera neocostituita la pace con l'Austria. Maria Clotilde di Savoia (1843-1911), figlia primogenita di Vittorio Emanuele II - detta la "santa di Moncalieri" - abitò qui a lungo; così anche sua figlia Maria Letizia. Il Castello fu spogliato a più riprese dei suoi preziosi arredi, smembrati soprattutto a partire dagli anni Trenta del Novecento. Vittorio Emanuele III lo cedette al Demanio di Stato. Nel 1948 il Castello fu preso in consegna dall'Arma dei Carabinieri e oggi larga parte della struttura è sede del I Battaglione "Piemonte". Il Castello di Moncalieri fa parte del circuito delle Residenze Sabaude e come tale è stato iscritto nel 1997 nella lista del Patrimonio dell'Umanità dell'Unesco. Nella manica centrale si trovano: al primo piano lato est, la cappella reale, gli appartamenti del re; al piano terra lato ovest, gli appartamenti della principessa Maria Letizia e, al primo piano lato ovest, gli appartamenti della principessa Maria Clotilde (non visitabili). Il parco - non visitabile - conserva oggi la configurazione che aveva alla metà dell'Ottocento, con una superficie di 100.000 mq ripartiti in parco vero e proprio, bosco e giardino, con vasche, un ninfeo seicentesco, un la-ghetto artificiale, fontane, giochi d'acqua, la torre del Roccolo, la casa del Vignolante.
Orario di apertura:
venerdì, sabato e domenica 10.00-18.00
Castello Reale
Piazza Baden Baden, 4 - 10024 Moncalieri (TO)
Tel: +39 011 6402883
Piazza Vittorio Emanuele II. E' il nodo centrale delle relazioni della città storica. L'antica piazza Maggiore è una delle rare piazze poste in pendenza: la sua collocazione la rende una delle più interessanti del Piemonte. Dalla piazza si irradiano le vie principali della Città storica: la via San Martino, che la collega al borgo Navile, la via Santa Croce, che la connette alla Porta Piacentina, e la via Principessa Clotilde - già contrada di Santa Maria - che porta al Castello. Vicoli e scalette permettono il collegamento con le vie a nord e a sud della piazza, parallele ad essa (via Alfieri e via Real Collegio). La piazza è dominata dagli edifici del Palazzo Civicoe della chiesa di Santa Maria della Scala, presenza civile e presenza religiosa affiancate. Nella parte bassa, all'angolo con la via Carlo Alberto, si trovano la chiesa di San Francescoe ciò che resta del suo convento. E' circondata da bei palazzi medievali. La maggior parte di essi fu edificata tra il Quattrocento e il Cinquecento. La sequenza delle case ai due lati segue il dislivello della piazza e si delinea secondo portici scalari, coperti da terrazze. Sul lato nord della piazza, si nota l'elegante struttura rinascimentale del Palazzo Duch(al numero 9) il più notevole dei palazzi della piazza, edificato dalle maestranze impegnate a Torino per la costruzione del Duomo. Fu realizzato nel Cinquecento per il banchiere Duch. Forme analoghe vennero assunte dal contiguo Palazzo Grana (al numero10). Al numero 7 si trova il Palazzo Vassallo da Dogliani, con la bella meridiana. Sono anche da notare il Palazzo Provana, il Palazzo e il Palazzo Vagnone-Messler. L'edificio più recente della piazza (1936-1937) è la sede di un istituto bancario, che sorge laddove era l'albergo chiamato "Casa delle Bambole". All'imbocco della via Santa Croce, al numero 1, si trova un bel palazzo settecentesco che domina la piazza e fa da cerniera con la via. A fianco, la farmacia conserva i suoi antichi arredi.
La piazza subì numerosi rifacimenti. Fu allargata per la prima volta nel 1289; successivamente, nel 1585, fu oggetto di un importante ampliamento. Nel 1619 fu modificata per le nozze di Vittorio Amedeo I e di Maria Cristina di Francia, la Madama Reale, raggiungendo le dimensioni attuali. In questi anni stessi anni Moncalieri acquisì il titolo di Città e ottenne lo stemma con lo scudo sabaudo. Nel Settecento i portici - che in origine erano lignei, con botteghe e locande - furono rifatti in muratura. Nella prima metà dell'Ottocento fu realizzata la pavimentazione in acciottolato. La fontana, collocata nella parte alta della piazza, davanti al Palazzo del Municipio, prese il posto dell'antico pozzo pubblico e subì successivamente diversi spostamenti. La abbellisce la statua di Nettuno, detta "del Saturnio". La piazza fu risistemata negli anni Cinquanta del Novecento. Nel 2005 è stata inaugurata la nuova pavimentazione.
Chiesa di Santa Maria della Scala Situata in posizione dominante la piazza Vittorio Emanuele II, di fianco al Palazzo Civico, la chiesa, insieme al Castello, è il più notevole monumento della Città. Fu fondata nel 1230, con il passaggio della sede canonicale da Testona a Moncalieri, conservando il nome della Collegiata testonese. Fu portata a termine intorno al 1330 secondo le linee del gotico lombardo. E' affiancata dalla robusta torre campanaria, in origine torre civica, sulla quale nel Settecento il Comune pose l'orologio. Restano alcune tracce delle decorazioni più antiche negli affreschi e nelle sinopie medievali che si trovano nella zona del fonte battesimale. Lacerti di affreschi quattrocenteschi sono stati rinvenuti all'interno del campanile. In età barocca la facciata subì alcuni interventi, relativi in particolare al portale, datato al tardo Seicento. Alla metà dell'Ottocento risalgono la nuova scalinata, la balaustra d'ingresso, il rosone (che sostituì la trifora centrale) e l'ingresso secondario sulla via Principessa Clotilde. Sempre in questo periodo, l'interno della chiesa fu decorato con elementi architettonici dipinti in stile neogotico. Vennero anche abbattute le cappelle gentilizie, che risalivano al XV secolo e si inserivano in una quarta navata. Quando le tombe delle più antiche e importanti famiglie moncalieresi furono smantellate e in parte trasferite nel nuovo cimitero, le suppellettili sacre, i dipinti, le sculture, gli affreschi e i corredi che ne avevano costituito il prezioso ornamento, andarono dispersi. Circa quarant'anni fa, importanti interventi di restauro hanno ricondotto l'edificio sacro alla sobrietà delle originarie forme medievali, eliminando le decorazioni ottocentesche. L'interno oggi apprezzabile è a tre navate, separate da pilastri a fascio e coperte da volte a crociera nelle forme gotiche lombarde.
Nella prima cappella a sinistra, si conserva il magnifico gruppo statuario policromo del Compianto sul Cristo morto,in arenaria dipinta. Il gruppo, che proviene verosimilmente dalla Borgogna e risale alla prima metà del XV secolo, fu donato dal generale Blaise de Montluc, governatore francese di Moncalieri dal 1539 al 1553, e rimanda alle scene delle cappelle dei Sacri Monti. Ma la parte più consistente del patrimonio della chiesa - caratteristica comune a tutte le chiese moncalieresi - è quella sei-settecentesca. Gli stalli lignei del coro (1749) dello scultore-ebanista Giuseppe Antonio Riva di Carignano, le serie di quattro storie della Vita di Maria(1754) di Michele Antonio Milocco e l'Assunzione della Vergine, con il Beato Bernardo e Sant'Antonio(1765) di Claudio Francesco Beaumont (il più noto pittore piemontese del Settecento, di famiglia moncalierese, che lavorò a lungo per la corte dei Savoia) e di Giovanni Domenico Molinari, suo allievo, la Madonna con Bimbo e Santidi Guglielmo Caccia detto il Moncalvo rappresentano i tesori più significativi della Collegiata.
L'organo fu realizzato alla fine dell'Ottocento dalla nota fabbrica di Carlo Vigezzi Bossi.
Da notare, inoltre, nella cappella al fondo della navata sinistra, Maria Clotilde di Savoia in preghiera, ritratto in marmo della principessa tanto amata dagli abitanti della Città, eseguito dallo scultore moncalierese Pietro Canonica (1912). Nella chiesa della Collegiata, nel 1458, si svolsero le esequie del giovane principe tedesco Bernardo, margravio di Baden, che morì di peste a Moncalieri, tornando in patria da Genova, dove si era recato per promuovere una crociata. Durante i funerali, malati e storpi che toccarono il feretro guarirono. Si gridò al miracolo e da allora, in Città, egli fu considerato protettore contro la peste, insieme a San Rocco e a San Grato. Bernardo fu beatificato e Moncalieri lo elesse a suo patrono. Il reliquiario in argento, realizzato dall'orefice Michele Antonio Vernoni nel Settecento, e alcuni oggetti appartenuti al principe tedesco sono esposti al fondo della navata sinistra della chiesa, nella cappella dei Lingotto. Ogni anno, a luglio, durante una suggestiva rievocazione storico-religiosa, l'urna viene portata in processione lungo le strade della Città.
Orari:visitabile tutti i giorni dalle ore 8,30 alle 12 e dalle ore 15 alle ore 18.
Chiesa di Santa Maria Della Scala
Via Principessa Clotilde, 3 - 10024 Moncalieri (TO)
Tel: +39 011 641915
Palazzo Civico Il Palazzo Civico domina la piazza Vittorio Emanuele II, l'antica piazza Maggiore. Nel luogo in cui oggi sorge il Palazzo Civico, nel 1230 si riunì per la prima volta l'assemblea pubblica comunale. Il complesso degli edifici che costituiscono oggi il Palazzo venne acquisito nel tempo. Le trasformazioni furono numerose per rispondere alle necessità della Città in crescita. Oggi esso occupa un esteso spazio, tra la piazza Vittorio Emanuele II, via Santa Croce, via Principessa Clotilde e i vicoli Pellico e Gioberti. L'ingresso originario del Palazzo Civico era al numero 2 di via Principessa Clotilde, nell'edificio di impianto medievale dei Cavoretto-Aiazza; fu spostato dove si trova attualmente solo nella seconda metà del-l'Ottocento. L'aspetto di questa sequenza di edifici è per lo più connotato dalle riplasmazioni tardo-settecentesche. Nel 1778 l'architetto Pietro Mosso d'Andorno fu incaricato del progetto di ristrutturazione interna del Palazzo. La facciata fu rifatta a fine Ottocento dall'architetto Enrico Mottura, che realizzò anche lo scalone d'onore. La facciata, che si caratterizza per il portico a tre arcate e il bel terrazzo, ha il pregio di riuscire a fondersi con armonia con gli edifici nobiliari della piazza. Sotto i portici fu collocata nella seconda metà del Settecento la statua di Nettuno, detto il Saturnio, poi sistemata ad ornare la fontana sulla piazza (l'antico pozzo pubblico). Qui ha sede anche l'archivio storico comunale. Con un fondo di circa 1500 pergamene che vanno dal XIII al XV secolo, e con carte, disegni, documenti che arrivano fino ad oggi, esso costituisce un patrimonio prezioso per la conoscenza delle vicende più antiche di Moncalieri, oltre ad essere uno degli archivi più ricchi del Piemonte.
Chiesa di San Francesco La chiesa si eleva al fondo della piazza Vittorio Emanuele II, sulla sinistra per chi scende, all'angolo con la via Carlo Alberto. Venne innalzata sul sito di una chiesa del Duecento, costruita, insieme al convento, dai frati minori all'epoca del trasferimento del comune di Testona a Moncalieri. Secondo la tradizione, fu fondata per celebrare il passaggio di San Francesco, che attraversò questi luoghi nel suo viaggio verso la Francia. Ben presto vi sorse intorno un nucleo di case che fu successivamente demolito per rinnovare, tra il Quattrocento e il Cinquecento, la chiesa nelle forme gotiche. Fu anche aggiunto il campanile a bifore. Nella prima metà del Settecento l'Ordine Francescano fece ampliare e rinnovare il complesso conventuale, che occupava l'area al di là dell'attuale via Real Collegio, e lo fece connettere alla chiesa attraverso un'elegante sopra-via in mattoni. L'edificio della chiesa a questo punto appariva non coerente con il nuovo convento e, dopo avere attraversato un periodo di decadenza, fu demolito. Nel 1789 la chiesa venne ricostruita su progetto di Filippo Castelli da San Damiano d'Asti, allievo dello Juvarra, nelle forme che oggi si possono apprezzare. La facciata è barocca, molto sobria, in mattoni a vista e presenta, inseriti nella muratura, resti di decorazioni medievali in cotto. L'interno è a navata unica, dilatata dalle cappelle laterali. Sono da notare, tra gli altri, il dipinto del moncalierese Tommaso Juglaris Santa Margherita da Cortona, gli Episodi della vita di San Francescodei pittori Piattini e Barucco (1860) e la scultura lignea del XVIII secolo della Madonna Immacolata. Nel 1837 il complesso passò ai Padri Barnabiti che, in chiesa, modificarono l'intitolazione degli altari e, nel 1838, nel complesso conventuale inaugurarono il Real Collegio, voluto da Carlo Alberto(7) .
Orari:visitabile tutti i giorni dalle ore 8,30 alle 11 e dalle ore 15,30 alle ore 18.
Chiesa di San Francesco
Piazza Vittorio Emanuele II - 10024 Moncalieri (TO)
Tel: +39 011 641571
Chiesa del Gesu' Arrivando dalla piazza Vittorio Emanuele II, la chiesa del Gesù si trova al fondo della via Carlo Alberto, sulla destra, prospiciente il Real Collegio. La Confraternita del SS. Nome di Gesù, con un generoso contributo del Comune, la fece edificare nel 1619. L'asse principale della chiesa è la bisettrice dell'angolo tra le vie Carlo Alberto e Real Collegio. La facciata presenta due nicchie in cui erano collocate le statue lignee di San Rocco e di San Silvestro, ora all'interno dell'edificio. L'imponente cupola si innalza sopra le case che si addossano alla chiesa. Il campanile è della fine del Settecento. La pianta è a forma ellittica e lo spazio è arioso e leggero, decorato da arredi, dal coro con stalli intarsiati, da altari (Santa Elisabetta, Santa Margherita da Cortona) e da dipinti e affreschi risalenti alla metà del Settecento di Bianchi e di Milocco e della sua scuola, del famoso Beaumont e di Dauphin. In particolare, sono da menzionare le decorazioni della cupola (San Rocco guarisce gli appestati, La Glorificazione di una Santa, La Resurrezione di Cristo, La Glorificazione della Vergine), gli affreschi dei pilastri e della sacrestia. Anche interessante è un affresco che si stacca dalle altre decorazioni della chiesa per avvicinarsi piuttosto al gusto popolare dei Sacri Monti. Le scene fungevano da ambientazione per il gruppo processionale della Flagellazione di Cristo. Nella chiesa, gli affreschi, l'architettura e le ricche decorazioni si integrano armoniosamente a creare una dimensione teatrale: l'edificio è una piccola gemma di arte sacra barocca, in cui la decorazione pittorica si integra perfettamente con l'architettura e la esalta. Alla fine dell'Ottocento la chiesa fu arricchita da un nuovo organo, opera del famoso organaio C. Vigezzi Bossi. Gli offici religiosi nella chiesa cessarono nel 1950. Da allora, per anni fu aperta soltanto in occasione dell'esposizione del sepolcro pasquale e, oggi, per concerti e mostre d'arte.
ORARI:La chiesa è aperta soltanto in occasione di eventi culturali.
Chiesa del Gesù
Via Carlo Alberto- 10024 Moncalieri (TO)
Real Collegio Carlo Alberto La facciata neoclassica del Real Collegio chiude maestosamente la via Carlo Alberto. L'istituto fu inaugurato nel 1838 e fu destinato all'educazione dei giovani nobili. Carlo Alberto ottenne dal Papa l'autorizzazione a trasformare il convento francescano fondato nel XIII secolo in istituto scolastico, affidandolo ai Padri Barnabiti, noti per l'efficacia dei loro sistemi educativi e presso i quali il re stesso aveva studiato. Rimaneggiamenti e accrescimenti modificarono profondamente il complesso conventuale per trasformarlo in collegio. Il progetto ottocentesco di ampliamento fu opera dell'architetto Taccone e andò a eliminare i giardini e gli orti che si affacciavano sulla pianura. Sulla parte più recente, compresa la cappella, intervenne Betta, esponente dell'Art Nouveau. Ne risultò la poderosa mole che oggi si può apprezzare, costituita dall'antico nucleo del convento e dai tre imponenti corpi di fabbrica con le camerate degli studenti. Il monumentale ingresso è sormontato dalla torre-specola per l'osservatorio astronomico e meteorologico fondato dal napoletano Padre Denza nel 1859 sul modello dell'Osservatorio del Collegio Romano e realizzato da Mottura. I grandi spazi sono articolati in saloni di rappresentanza (la Sala Gialla e la Sala Rossa), cappelle, scaloni, aule, camerate, corridoi; accolgono collezioni archeologiche, mineralogiche, entomologiche, ornitologiche, di strumenti scientifici; la pinacoteca e, in particolare, la galleria dei ritratti; raccolte di manoscritti preziosi, di bollettini meteorologici, la biblioteca storica con circa 40.000 volumi. Sotto la direzione dei Padri Barnabiti, il collegio fu a lungo un istituto scolastico di grande prestigio. Alla fine degli anni Novanta del secolo scorso la scuola fu chiusa. Un importante progetto di trasformazione vede oggi il Real Collegio sede di una Fondazione che ha come missione la ricerca e l'alta formazione nel campo delle discipline economiche e finanziarie.
ORARI:Come sede di attività di formazione, il Real Collegio non è un luogo solitamente aperto alle visite - Prenotando presso la Famija Moncalereisa, è possibile partecipare a visite guidate (il sabato).
Real Collegio Carlo Alberto
Via Real Collegio, 30 - 10024 Moncalieri (TO)
Tel. 011-641601
Via Real Collegio Il tracciato della via Real Collegio, l'antica via dei Signori, si allungava a ridosso delle mura cittadine. Ben presto, l'area urbanizzata si espanse anche qui, prima con insediamenti popolari e orti, poi con la costruzione di edifici di prestigio. L'edificazione di palazzi gentilizi fu determinata dalla trasformazione del Castello reale in luogo di lunghi soggiorni per la corte; ciò attrasse a Moncalieri nobili e dignitari e influenzò il gusto locale. La via si snoda da via Santa Croce verso il borgo Navile. Arrivando da via Carlo Alberto, ci si trova di fronte al Real Collegio
(7) . Girando a sinistra, verso via Santa Croce, è da notare al numero 32 il Palazzo Limone, che si affaccia sulla pianura con un terrazzo a logge e un giardino; al numero 34 il Palazzo Nasi, che conserva bellissimi affreschi e stucchi; al numero 35 la Casa Duch, di cui si notano le tre belle bifore e le decorazioni in cotto. Proseguendo, si osservano alcune basse case, semplici ma con un certo decoro, e, al numero 44, il vecchio Carcere Mandamentale, nelle strutture della settecentesca Scuola di Umanità e Retorica. Ritornando sui nostri passi e scendendo verso borgo Navile, notiamo altri edifici nobiliari, tra i quali, al numero 28, il Palazzo dei Conti Mombello d'Olivastro (inglobato negli ampliamenti novecenteschi del Real Collegio), al numero 24, il Palazzo dei Conti Panissera di Veglio, al numero 20, il Palazzo Alfieri di Sostegno(9) . Imboccando il vicolo Muratori, si raggiunge l'imponente Villa Eula, che prospetta in modo scenografico sulla via C.Colombo e sulla pianura. L'edificio ha linee aggraziate, influenzate dalle residenze collinari per la villeggiatura. In via Real Collegio, 10, il tardo-settecentesco Palazzo Rasino della Verneafu ceduto al Comune alla fine dell'Ottocento, che lo destinò ad asilo infantile. Il palazzo fu ampliato verso via C.Colombo da un intervento degli architetti Gabetti e Isola. Le roche, le scalette, che affiancano questo palazzo e lo separano dalla contigua chiesa di Sant'Egidio, sono un elemento caratteristico dell'urbanistica di Moncalieri e, sui versanti nord e sud, mettono in collegamento la pianura con la parte alta della Città.
Palazzo Alfieri di Sostegno Il palazzo del marchese Alfieri di Sostegno, al numero 20 della via Real Collegio, rappresenta un notevole esempio di architettura del Settecento. Di un barocco severo e rigoroso, si caratterizza esternamente per il portale affiancato da telamoni che sorreggono il balcone. Sul lato verso sud, il palazzo segue il digradare del terreno con i giardini terrazzati e, a un livello ancora più basso, con stalle e rimesse per le carrozze. All'interno sono ancora visibili stucchi, affreschi e bei soffitti a cassettoni. Il palazzo nel Novecento è stato sede della scuola media "Principessa Maria Clotilde". Oggi vi hanno collocazione uffici e servizi pubblici e, in particolare, la Collezione "dij subijet", i fischietti, simbolo di Moncalieri e delle sue tradizioni. I subijet rimandano alla fiera commerciale istituita da Amedeo V di Savoia nel 1286. Si svolgeva alla fine del mese di ottobre di ogni anno e fu per secoli una delle più grandi fiere del Piemonte. Il nome Fera dij Subijet risale al 1865, a quando cioè la capitale d'Italia fu spostata da Torino a Firenze e poi a Roma. Sollevazioni e tumulti raggiunsero anche Moncalieri e la protesta si fece sentire particolarmente in occasione della fera: i fischietti contribuirono a manifestare la disapprovazione per l'impopolare decisione. Successivamente, questi strumenti si trasformarono per la Città in emblema di festa e di allegria.
Via San Martino L'antica contrada del Mercato del Grano, poi via dei Cavalieri, prende il nome dalle battaglie risorgimentali di San Martino e Solferino. E' l'asse centrale della città storica, che collega la piazza Vittorio Emanuele II con la porta Navina; insieme alla via Santa Croce costituiva il principale percorso di attraversamento della Città. Nel Medioevo e nel Rinascimento la via era costeggiata da abitazioni con portici lignei, sotto i quali si svolgevano le attività commerciali. Nel Settecento fu trasformata, uniformando gli allineamenti delle case. Percorrendola in discesa, notiamo alcuni palazzi, in passato residenze della nobiltà locale. Al numero 2 si trova il Palazzo Gianazzo di Pamparato, meglio conosciuto come Palazzo Accorsi, sede fino ad alcuni anni fa della Pretura. Il palazzo ha forme severe: la concezione della struttura è articolata, con corte circondata da portici sui tre lati. Al numero 4 è il Palazzo Cavoretto. Ai numeri 5 e 6 B, due case-torririportano ancora le decorazioni in cotto del Quattrocento piemontese. Se a questo punto facciamo una piccola digressione alla nostra destra, arriviamo in piazza Umberto I, detta anche "piazzetta del burro" per il mercato che vi si teneva. Deriva dall'abbattimento della chiesa cinquecentesca del Santo Spirito e del suo convento durante l'occupazione napoleonica. E' chiusa in basso dalla via Alfieri, l'antica via dei Campagnini (o dei Macelli), che corre quasi parallela alla via San Martino. Seguiva il percorso settentrionale delle mura cittadine e metteva in collegamento la porta Navina con la porta Nuova. Al numero 17 era il convento delle Clarisse. Al numero 24 notiamo un edificio che conserva fregi e capitelli cinquecenteschi. Al numero 28 B rimane il basamento di una torre medievale. Tornati sulla via San Martino, si nota, tra le testimonianze più interessanti dell'architettura medievale, il cortile della casa al numero 17. Al numero 21 si trova il solo edificio che abbia conservato il portico, antica sede dell'ufficio postale della Città. Al numero 26, il Palazzo Stagnon, villa nobiliare con attico decorato da statue. Di fronte, la scuola elementare "Silvio Pellico", edificata negli anni Cinquanta del Novecento sul sito dell'antico convento dei Padri dell'Ordine Carmelitano. Poco dopo, sulla destra, in via Matteotti, il Teatro Matteotti, costruito su progetto di Mario Passanti e Paolo Perona.
Borgo Navile e Arco Piazza Caduti per la Libertà e l'Indipendenza fa parte dell'antico borgo Navile, sviluppatosi fuori le mura della Città, intorno al punto di imbarco e di attraversamento del Po. La sua rilevanza e il suo nome sono dovuti al fiume e al ponte, fondamentale fin dal Medioevo. Qui il Po creava un'ansa, sulla quale si insediava il trafficato porto commerciale. L'area nei secoli, a causa dell'accumulo dei detriti fluviali, oltre che per l'intervento dell'uomo, è stata modificata profondamente. La piazza è ancora oggi il principale snodo viario della città. Al centro vi è la grande pensilina di Gabetti e Isola, degli anni Ottanta del secolo scorso. In posizione elevata rispetto al livello della piazza, la Porta Navina (detta anticamente Mediolanensiso Milanese, in segno di gratitudine per l'alleanza offerta dai milanesi ai testonesi nella fondazione di Moncalieri) rappresentava l'accesso monumentale alla Città da ponente. Delle quattro porte urbiche della medievale Mons Calerius(Mediolanensisa ovest, Rivigliascaa sud, Taurinensiso Nuova a nord e Piacentinaa est) si conservano oggi la Navina e, in parte, la Nuova. Una lapide commemora l' "eccidio di Testona" del 1228 da parte degli eserciti di Chieri ed Asti, a cui è sempre stato associato il repentino abbandono di Testona e il conseguente trasferimento della popolazione nella zona di Moncalieri (è stato ormai definitivamente dimostrato che tale spostamento avvenne invece gradualmente). Più volte rimaneggiata, la porta ha assunto l'aspetto attuale dopo la metà dell'Ottocento, quando vi fu aggiunto un ordine architettonico con un piccolo attico. È nota anche come arco di Vittorio Emanuele II, per l'altorilievo in bronzo che celebra il Proclama di Moncalieri del 1849.
(da: L. Pompeo, "Moncalieri. Guida alla Città accessibile", 2007)