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"La crava a mangia ij more" - Canti popolari piemontesi

foto dei musicisti

Teatro Matteotti -giovedì 17 FEBBRAIO ore 21
"La crava a mangia ij more"
Un concerto dedicato ai canti popolari piemontesi della tradizione rielaborati
e reinterpretati da
Ensemble Leone Sinigaglia
a cura di Associazione Pietro Canonica
Paola Lombardo( voce)
Trio chitarristico Vivaldi
Mario Cosco, Enrico Negro, Ignazio Viola, (chitarre)

Elaborazioni musicali di
Marco Buccolo, Enrico Negro e Carmelo Lacertosa

Programma:
Amor al convent (Trad./Lacertosa)
Fior ëd tomba (Trad./Lacertosa)
La barchëtta (Brofferio/Buccolo)
Rapsodico (Trad./Lacertosa)
Nana naneta (Trad./Buccolo)
Amor a quindes ane (Trad./Lacertosa)
Serenata (Trad./Lacertosa)
El maritin (Trad./Lacertosa)
Pelegrin ëd Roma (Trad./Lacertosa)
Tranta Quaranta (Trad./Buccolo)
Rat Muscià, Monferrina per trechitarre (Negro)
Verdolin Verdolineto (Trad./Lacertosa)
La promessa (Trad./Lacertosa)
La crava mangia ij more (Trad./Lacertosa)
La mare crudela (Trad./Lacertosa)
Dona Lombarda (Trad./Negro)

Il progetto nasce dall'idea del Trio Vivaldi di dedicare al vasto repertorio delle ballate della tradizione popolare piemontese un omaggio che fosse sincero e inconsueto.
La scelta dei brani si è basata sul materiale contenuto nelle storiche raccolte di canti popolari piemontesi di musicologi e ricercatori quali Leone Sinigaglia, ma anche Costantino Nigra, Giuseppe Ferraro, Alfredo Nicola.
Il Trio ha collocato questo recupero del patrimonio culturale dell'area etnico-linguistica piemontese all'interno del proprio personale solco musicale, da anni attento a dare spazio, nelle pagine di repertorio proposte, alle istanze della musica novecentesca
e contemporanea.
I compositori Marco Buccolo, Enrico Negro e Carmelo Lacertosa hanno curato le elaborazioni musicali dei canti riattualizzandone in chiave moderna e "colta" la veste musicale, senza volerne snaturare il carattere antico ed evocativo.
La voce di Paola Lombardo dialoga e si fonde con l'embricato intreccio delle diciotto corde del Trio ricreando,nella spontaneità della dimensione acustica, la magia di quella lirica antica, ancestrale, da sempre trasmessa oralmente e cantata.
Da questo progetto è nato il cd "La crava mangia ij more", di recente pubblicazione (Folkclub - Ethnosuoni 2008).