L'iniziativa, "Stolpersteine - Pietre d'Inciampo a Moncalieri", consiste nella deposizione di una Pietra d'Inciampo in memoria del concittadino Rinaldo Sattanino, deportato nel campo di sterminio di Mathausen ed ivi ucciso.
L'idea di Demnig risale al 1993 quando l'artista e' invitato a Colonia per un'installazione sulla deportazione di cittadini rom e sinti. All'obiezione di un'anziana signora secondo la quale a Colonia non avrebbero mai abitato rom, l'artista decide di dedicare tutto il suo lavoro successivo alla ricerca e alla testimonianza dell'esistenza di cittadini scomparsi a seguito delle persecuzioni naziste: ebrei, politici, militari, rom e omosessuali.
L'artista sceglie il marciapiede prospiciente la casa in cui hanno vissuto uno o più deportati e vi installa altrettante "pietre d'inciampo", sampietrini del tipo comune e di dimensioni standard (cm. 10x10). Li distingue solo la superficie superiore, a livello stradale, poiché di ottone lucente. Su di essa sono incisi: nome e cognome del deportato, anno di nascita, data e luogo di deportazione e, quando nota, data di morte.
L'inciampo non è fisico ma visivo e mentale, costringe chi passa a interrogarsi su quella diversità e agli attuali abitanti della casa a ricordare quanto accaduto in quel luogo e in quella data, intrecciando continuamente il passato e il presente, la memoria e l'attualità.
Gli Stolpersteine sono un segno concreto e tangibile, ma discreto e antimonumentale, che diviene parte della città, a conferma che la memoria non può risolversi in un appuntamento occasionale e celebrativo, ma costituire parte integrante della vita quotidiana.
Biografia:
Rinaldo Sattanino, nacque a Moncalieri (To) il 6 febbraio 1926 e abitava in Via Mirafiori 15 a Moncalieri con la sua famiglia. Diciottenne, entra nella IX Divisione di Giustizia e Libertà, Brigata "Tamietti" (operante nell'Astigiano) nel giugno del 1944. Venne poi catturato, sul finire dell'estate con altri compagni, nella zona di Villafranca e venne portato a Torino, prima presso la Caserma di Via Asti e poi alle Carceri Nuove, dove rimase fino al 14 dicembre.
In quella data, venne deportato al campo di concentramento e transito di Bolzano, dove rimase fino al trasferimento nel campo di Mauthausen, con un convoglio di circa 500 deportati che partì da Bolzano l'8 gennaio 1945 e giunse a Mauthausen l'11 gennaio.
Sattanino venne immatricolato con il numero 115713, dichiarò la qualifica di "tornitore" e venne classificato come "schutz". Dopo il periodo di cosìdetta "quarantena", il 1° febbraio 1945 venne inviato al lavoro forzato nel sottocampo di Gusen, dove morì il 19 aprile.